Categorie
Agenzia x Premio Dubito Slam X

La profezia di Cassandra

La ricorrenza milanese che rende l’inverno meno rigido, riempie i cuori di un calore atipicamente decembrino e ci riunisce tutti e tutte sotto lo stesso tetto ogni anno, è Slam X. Un calderone di corpi, voci e musica che dal 2009 si crea nella cornice del Cox18, grazie ad Agenzia X. All’interno di questo evento si elegge il/la vincitore/vincitrice del Premio Alberto Dubito di Poesia con Musica, quest’anno arrivato alla sua ottava edizione.

Quest’anno data l’impossibilità di ritorvarsi, abbiamo pensato che avesse senso costruire con la pratica della documentazione la parte che preferiamo, il live. I quattro finalisti, che quest’anno prendono il nome di Marko Miladinovic, PURPL3GR4CE, Monosportiva Galli dal Pan e Proxima Parada, sono stati invitati circa tre settimane prima della finale al Cox18 per registrare i loro brani come se fossero davanti al pubblico di SlamX. L’evento, con il magnifico lavoro registico di Argo TV, è stato trasmesso in streaming venerd 18 dicembre, ed è disponibile in replica a questo link.
Durante la diretta sono intervenuti:
Lello Voce, Marco Philopat, Davide Passoni, Paolo Cerruto e Clara Aqua
Potete riguardare i video realizzati dalle nostre videocamere con il supporto essenziale di Pietro, Bruno e l’incredibile lavoro di luci e mix audio audio by Cox18, in questa playlist.

Qui sotto, il comunicato scritto da Agenzia X per questa atipica ma comunque sentita VIII edizione del Premio Alberto Dubito di Poesia con Musica.
Slam X • La vendetta del pipistrello • VIII edizione del Premio Alberto Dubito
Anno 2020.
Non sapremo mai se “Le strofe per la catastrofe” dello scorso Slam X sono state determinanti per il tracollo del sistema, sicuramente l’hanno preannunciato come una profezia di Cassandra.
Anno 2020. Non riusciamo a controllare un virus devastante che blocca il funzionamento sociale ed economico del pianeta e la crisi climatica non accenna a rallentare.
Una catastrofe.
In più, i pipistrelli sono ancora incazzati, sono 10 miliardi e noi esseri umani li stiamo rapidamente raggiungendo con i nostri sette. Li abbiamo sempre trattati come animali immondi di cui avere solo paura, portatori di significati sinistri, tenebrosi e cavernicoli, li abbiamo raffigurati come presenze demoniache e ora si prendono la loro silenziosa rivincita. Non siamo qui per dire che tutto ciò era inevitabile e che dovevamo accorgercene prima, siamo qui per ribadire che la natura è più forte della nostra velleitaria volontà di potenza. Siamo fragili, la terra è fragile e gli equilibri sono fragili, lo sono sempre stati e ora ce ne siamo resi conto.
Anche se a questo punto fa riflettere il solo pronunciare il termine autorità costituite, la loro risposta è stata quella del lockdown e del coprifuoco che vuol dire tagliare il superfluo e limitarci all’essenziale: lavoro, scuola, relazioni affettive circoscritte. E per chi vive da solo? Non si capisce come mai nessuno protesta contro questi provvedimenti grati solo alla confindustria. Stupisce il fatto che sono in pochi a porsi il problema di tutta la sofferenza, la malattia mentale, le persone sull’orlo della crisi nervosa, l’assenza totale dei fondamentali passaggi di crescita individuale e collettiva. Un lockdown con alta disponibilità di servizi sanitari nelle zone dove abitano i ricchi e sostanziale insufficienza nei quartieri popolari e nelle province, mentre per il lavoro qualche briciola di danaro, soprattutto per chi può ancora godere delle tutele novecentesche del contratto a tempo indeterminato, lasciando nella merda tutto il complesso universo dei precari, dei disoccupati e dei più deboli.
Più in alto, sopra la testa della classe lavoratrice e dei dimenticati, nulla è cambiato, i consigli di amministrazione della rendita immobiliare, finanziaria e dell’infosfera, stanno cercando di capire se il modello è davvero fallito e scappare al più presto in aree protette e superblindate, o riprendere quella normalità a cui sono tanto legati.
Nulla è cambiato in loro, stanno semplicemente
aspettando.
Buffering, il sistema è in aggiornamento…
Quanto spazio ci sarebbe per concepire un mondo radicalmente diverso? Basta affacciarsi alle finestre per vedere le vie notturne delle metropoli attraversate solo dai rider che cantano: Tutta mia la città. Rider e pipistrelli…
Sulle macerie delle smartcity, con la chiusura dei negozi, il divieto di assembramenti e il coprifuoco, c’è forse qualcuno, lassù, che sta pensando di imporre l’obbligo del tracciamento, l’ordine di oscurare le finestre e il divieto del pensare politico. Il rischio, se non ci diamo una mossa, è quello di trovarci sempre più immersi nella società del controllo, sotto il domino dell’algoritmo che ci segue costantemente bloccando l’azione sul nascere, fino ad anticipare la volontà del dissenso.
Quella stessa volontà che potrebbe essere più preziosa dei diamanti, perché nel baratro del vuoto, in caduta libera, un pensiero che si sforza di trovare soluzioni e che sprona all’azione, è uno dei pochi elementi di forza. Tutto si può fare tranne tornare come prima, altrimenti siamo rovinati anche sul piano della coscienza personale, collettiva e di specie. Un’umanità che regredisce a un minuscolo livello di coscienza si azzera da sola a prescindere dal clima e dai virus che da sempre fanno il loro mestiere.
E allora prendiamo esempio dai pipistrelli che vivono in grandi comunità nelle grotte e nelle cavità più nascoste, sono animali notturni, non sono certo individualisti o non hanno alcuna velleità di potenza, mangiano in perfetta ecosostenibilità insetti bio e dormono a testa in giù sognando un mondo sottosopra.
I pipistrelli sono underground…
A partire dagli incontri dal vivo, sono moltissime le cose che ci mancano in questo periodo, ma non certo quella di ipotizzare progetti audaci e visionari, come lo schierarsi con i pipistrelli. D’altronde mai come adesso il meccanismo del capitale che ci ha condotti al collasso gira a vuoto, sarebbe lo scenario perfetto per cambiare le regole del gioco. O ci si butta con coraggio oppure si finisce trascinati come detriti in un fiume in piena, anche perché chi sta tentando di gestire la normalità è in totale panne, come lo si deduce dalle chiacchiere su un natale che non esiste più. Quando vedi un talk show, a parte l’impronta maschilista talmente esasperata da far schifo, le superficialità che prima ti sembravano quasi tollerabili, ora sono come insulti, coltellate alla schiena della tua personalità, colpi mortali alla tua coscienza.
Sul Covid si leggono molte idiozie e bestialità assolute, persino quelli che ci si mettono d’impegno non si sopportano più, c’è chi spiega teorie contorte come viscere, calcolano percentuali a cazzo, spacciano argomenti deliranti tenuti insieme con lo sputo per tranquillizzare e dire che quando arriverà il vaccino tutto tornerà a funzionare come prima. È sempre meglio partire dal disastro e pensare a un nuovo mondo ribaltato, piuttosto di aspettare il vaccino e magari finire in un inferno di violenze e tirannia con ineguaglianze peggiori dell’epoca feudale.
Sognare sottosopra come fanno i pipistrelli, può essere un’opzione, perché se siamo nel teatro dell’assurdo vale tutto, ogni pezzo dell’ingranaggio può essere rimodellato, ogni organo sostituito.
La possibilità di reinventare una società raggiungendo un compromesso tra umani e pipistrelli è un buon orizzonte su cui attivarsi. Le convergenze ci sono già, sono neri come le sorelle e i fratelli di Black Lives Matter, gli unici che hanno saputo rialzare la testa in questi ultimi mesi. Poi, essendo mammiferi volanti, si librano con le loro ali nere nell’aria proprio come fanno i poeti e i musicisti quando scrivono, come fanno molti altri quando fumano cannabis o bevono buon vino. Sono ciechi ma sanno usare gli altri sensi come i supereroi, proprio come una donna che riconosce la stronzaggine di un uomo al primo sguardo, proprio come un clochard che sceglie sempre il posto ideale dove dormire all’addiaccio.
I pipistrelli sono dei militanti dell’underground…
Quest’anno Slam X è dedicato alla loro vendetta immaginaria per volare alto sull’angoscia del deserto dei rapporti personali dal vivo, anche perché siamo costretti dal distanziamento a rinunciare a un appuntamento annuale importante. Non ci saranno quindi le due serate nel centro sociale autogestito Cox 18 di Milano, ma solo una diretta online con l’ottava edizione del premio Dubito.
E se i pipistrelli ci sostenteranno, tenteremo di proporre uno Slam X primaverile dove scrittrici e scrittori, musicisti e pubblico potranno nuovamente incontrarsi per iniziare un percorso condiviso, dove ognuno potrà raccontare le prospettive che sta elaborando, anche quelle più devianti e illusorie, ma unite sullo sfondo dall’urgenza al cambiamento.
Mutate or die dicono i Mutoid Waste Company, mutare o crepare. O si sta nel cambiamento, con tutte le relative difficoltà, o non si sta da nessuna parte.
Noi vogliamo costruire ali nere e imparare a volare sulle strade, non sarà facile ma ci dobbiamo tentare a tutti i costi, magari al fianco dei nostri amici pipistrelli.
Il 18 dicembre ci sarà il Premio Dubito online, ci vedremo quel giorno per lanciare nuove idee dissidenti alla norma.
Buon Premio Dubito 2020.