I pirati dei navigli – Marco Philopat

Marco Philopat
I pirati dei navigli
dal punk al cyberpunk

Una grande avventura che si legge con il fiato sospeso. Un viaggio in un periodo poco conosciuto della cultura underground, pioniera nella sovversione delle nuove tecnologie.

Immagini originali riprese da Betty “23″ Altomare nel giugno 1989 nella zona dei navigli a Milano.
Montaggio di Red Lights Video
Una grande avventura che si legge con il fiato sospeso. Un viaggio in un periodo poco conosciuto della cultura underground, pioniera nella sovversione delle nuove tecnologie. Anni ottanta, Milano è infestata da yuppie e zombie televisivi, la polizia ha appena sgomberato il Virus – il covo dei punk – e un’intera stagione sembra conclusa.
Ma in un altro spazio occupato, l’Helter Skelter, si sperimentano i primi computer e nasce la rivista “Decoder”. Il cyberpunk, tutta la tecnologia al popolo, socializzazione dei saperi, hip hop e no copyright sono alcuni dei temi affrontati su quelle pagine. La redazione è formata da nove punk e creature simili, aiutati dallo storico libraio Primo Moroni nel quartiere Ticinese. Proprio in quella zona scoppia il caso del centro sociale Cox 18 che viene a sua volta sgomberato dopo un anno di lotte e feste scatenate. Per riconquistarlo i “Pirati dei navigli” seminano sulla Darsena le scintille rivoluzionarie della controcultura.
A voce alta, con il coraggio di chi porta su di sé molte cicatrici, Marco Philopat trasforma la storia che ha realmente vissuto in un romanzo ricco di episodi esilaranti, imprese incredibili e disavventure sconvolgenti, regalandoci squarci di utopia. Il volume si conclude con un ricco apparato iconografico.