Ognuno di noi è una città sola e sotterranea, impenetrabile alla luce.
Una voce insonne, acida e visionaria ci accompagna negli abissi di una vita erosa dai sogni infranti, dagli addii, dall’impossibilità di riconoscersi nella società e di trovare conforto nell’amore, senza tralasciare e omettere niente: la merda e il marcio, la droga e la masturbazione, la noia e l’inettitudine. A tenere vivo il fuoco di questa confessione c’è la dolcezza estrema e aspra dell’amicizia profonda e di un’idea di condivisione in un futuro da ribaltare nonostante il tempo che passa, lo spazio che allontana e un mondo morente.
Una lettera struggente e viscerale, un grido d’aiuto, il nitrito scarno e doloroso di una mente ferita dalla mancanza e dalla malattia. Incubo e visione per un esordio spellato e incendiato da leggere d’un fiato e da cui farsi possedere, senza palpebre, senza salvezza, senza redenzione. Con la certezza che tutto dovrà cambiare.
Riprese di Alberto Danelli