NoPlace invade il Castello di Fombio

NoPlace 2 performance
Full HD, 2017

Siamo abituati a pensare a una mostra d’arte come ad un progetto chiuso e definito, dove un soggetto (il curatore o promotore) si assume il compito di scegliere a priori uno o più artisti, di individuare un tema e di creare, così, un organismo fatto e finito, pronto ad essere esibito, con una discreta sicurezza sul risultato, al pubblico.

Quando, però, si esce dalle piste tracciate e ci si spinge sul terreno delle sperimentazioni culturali, i risultati possono essere sorprendenti: è l’esperienza di NoPlace, una mostra-incontro, un evento sociale più che espositivo che capovolge le consuete modalità organizzative.

L’obiettivo non è la sintesi, ma l’espansione: basandosi sulla metafora del rizoma, ogni partecipante è al tempo stesso artista e curatore e, pertanto, chiamato a sua volta a coinvolgere e coordinare altri partecipanti a propria discrezione, attivando reazioni (e connessioni) a catena che sfuggono alla presunzione del controllo centrale.

Così, sabato 12 marzo gli spazi del Castello di Fombio saranno al centro di questo innovativo esperimento, che ha tra i suoi obiettivi, anche, la riscoperta di questo monumento.

Per un giorno intero, gli infonderà la vitalità dell’arte, ne farà nuovamente luogo di incontro e di scambio e, al tempo stesso, vittima di una “invasione” non più bellica ma artistica e creativa.

Partito da un primo nucleo di 16 autori, il rizoma di NoPlace ha già coinvolto oltre 300 artisti, chiamati a portare una traccia di sé sotto forma di opere che vivano di “luce propria” (installazioni luminose, interventi visibili su smartphone, tablet, computer, lightbox, ecc.), popolando il castello di presenze discrete fatte di luci vibratili e mai definitive.

L’evento avrà inizio quando il primo autore entrerà nello spazio per installare la propria opera e potrà terminare solo quando l’ultimo avrà abbandonato l’edificio: fino a quel momento, gli esiti saranno imprevedibili.