“Siamo gente sola e disperata, respinti dalle forze omicide del capitalismo e della competizione, abbiamo bisogno di giornali underground per restare uniti, la separazione è distruzione”
John Sinclair (MC5 – 1968)
All’interno dello spazio, nel tunnel che collega la metropoligana Cordusio a Duomo, potrete sfogliare le riviste di controcultura milanesi dagli anni 60 ad oggi in vista di un archivio online presto disponibile.
Durante i tre giorni di apertura, sarà presente il nostro contributo video: un viaggio in found-footage che ripercorre l’ultimo mezzo secolo dell’underground milanese.
Qui sotto il trailer:
Durata 93′
Testi Marco Philopat
Musica Pablito El Drito
Grafiche Davide Baroni
Edit Red Lights Video
Il progetto
Le riviste controculturali milanesi dal 1960 al 2019
Agenzia X e Moicana propongono l’apertura dell’Edicola che non c’è nei giorni di Book City 2019, il 15-16-17 novembre, con l’obiettivo di portare un contributo all’immaginario culturale milanese mettendo a disposizione le pubblicazioni (riviste, giornali, fanzine, punkzine…), del composito microcosmo della cultura alternativa nel suo svolgersi storico, e la creazione di un archivio online contenente tutta la documentazione della mostra.
L’edicola che non c’è consentirà la consultazione del caleidoscopico materiale autoprodotto dai movimenti della controcultura milanese a partire dagli anni sessanta fino a oggi. Il luogo dell’allestimento di questa edicola è situato nella “galleria degli artigiani”, il tunnel della metropolitana milanese MM1, tra la stazione di Cordusio e quella di Duomo, proprio dove nacque, nel 1966, la redazione informale della prima rivista underground: Mondo beat. Tutto il materiale esposto e raccolto sarà digitalizzato e reso fruibile gratuitamente online. Un archivio che permetterà la connessione tra memoria e realtà, creando quel filo rosso che contribuirà a sviluppare le controculture a venire.
Tale edicola si propone di far conoscere quali siano state le eclettiche forme dell’esperienza controculturale nella nostra città, grazie all’esposizione delle autoproduzioni underground e alternative germogliate nel corso di un cinquantennio. Ne L’edicola che non c’è, si potranno così consultare riviste, fanzine, punkzine e homepage di blog uscite nel corso di mezzo secolo, in una scaffalatura suddivisa per decenni.
Sarà infatti possibile sfogliare i numeri di Mondo Beat, Pianeta Fresco, Insekten Sekte, prime riviste underground degli anni sessanta, per passare ai settanta, con le pagine libertarie di Re Nudo e L’erba Voglio, con le creazioni psichedeliche di Get Ready, Hit, Puzz, Un’ambigua utopia e con gli articoli politici di Viola e Rosso . Nel settore degli anni ottanta si troveranno FAME, Amen, TVOR e tutte le punkzine del Virus, arrivando agli novanta con Fikafutura, Hard Times al cyberpunk di Decoder e Klinamen; poi di lettura in lettura si giunge agli anni duemila con Towanda!, SpeedDemon, SpeakOut, il Buco, per concludere con le testate dell’ultimo decennio con MilanoX , Strumenti critici e Antitempo : la produzione a stampa alternativa milanese ritrova il suo spazio storico e il suo contesto culturale per proporsi all’attenzione dei lettori di oggi.
Ma non solo il passato: per i periodici della realtà contemporanea, infatti è prevista una collaborazione con il movimento delle fanzine artistiche che ha come punto di riferimento il festival annuale SPRINT, a dimostrazione di quanto l’underground, l’autoproduzione e la stampa indipendente siano concetti tutt’altro che scomparsi dalla scena culturale. I visitatori potranno arricchire l’esposizione portando riviste appena pubblicate e non ancora censite.
Progettata e allestita dall’artista JOYKIX, arricchita da grafiche, manifesti e supporti video, L’edicola che non c’è si articola come spazio dinamico che propone eventi di varia natura: dalle presentazioni di libri, reading e performance. Il logo e le grafiche di L’edicola che non c’è sono di Davide Baroni
Le riviste e le fanzine erano e rimangono un non-luogo, e quindi fondamentalmente delle utopie e delle eterotopie assieme, dove condividere sperimentazioni, creare comunità su attitudini specifiche, idee e storie. Con tale progetto Agenzia X e Moicana ambiscono a ridare forma e sostanza alle numerose esperienze della stampa alternativa che hanno contribuito, ora sincronicamente ora diacronicamente, a fornire originali chiavi interpretative per affrontare a modo proprio la realtà contemporanea.